Fra i tanti che hanno risposto all’appello del mondo sanitario messo a durissima prova dalla pandemia del Covid-19 risalta la risposta prontamente arrivata da uno scrittore di successo; Andrea Vitali.
Il “Corriere della Sera” in una intervista ha svelato le motivazioni che lo hanno spinto ad accettare questa impegnativa sfida: “Un collega mi ha cercato perché aveva curato un anziano risultato positivo e doveva mettersi in quarantena. Mi ha chiesto di sostituirlo in ambulatorio e io ho subito accettato. In realtà si è trattato di pochi giorni, ma poi sono iniziate ad arrivare le telefonate: vecchi pazienti, amici, conoscenti. Sapevano che ero tornato in servizio e si sono rivolti a me. Consigli telefonici e almeno un paio di visite a domicilio al giorno”.
Questa ordinaria quotidianetà ed apparente normalità è stata sottolineata da Vitali che così ha risposto a chi metteva in evidenza il suo coraggio: “Non sono un eroe. Ho 64 anni, ma non sono ancora così arrugginito. Ho un’esperienza trentennale sul campo ed è stato bello in questo momento far fruttare gli studi di medicina. Gli eroi sono altri. Gli infermieri con i volti scavati e i segni della mascherina. I medici che vivono in trincea. I volontari che continuano a prestare la loro opera, chi non può fermarsi perché deve garantire cibo e farmaci. Io ho semplicemente risposto a una chiamata: non me la sono sentita in un momento come questo di voltare la faccia da un’altra parte”.
Autore di grande successo, con una schiera di lettori affezionati, vincitore di numerosi premi, dal Premio letterario Piero Chiara nel 1996 al Premio Dessì nel 2004, dal Premio Bancarella nel 2006 al Premio Boccaccio nel 2008, è stato tra i finalisti sia allo Strega che al Campiello 2009, è stato ospite dei MONDI DI CARTA durante la settima edizione riscuotendo un grande successo di pubblico.
Vitali conclude la sua intervista al “Corriere della Sera” parlando di una iniziativa a favore dell’ospedale di Bergamo che lo vede impegnato nella preparazione di un E-Book di prossima uscita. “Un piccolo contributo per ridare fiducia a chi la sta perdendo”. “Mi spaventa- aggiunge Vitali – la sofferenza degli altri, ma non ho paura. Ho visitato pazienti con sintomi compatibili con il virus, cercando però di mantenere la consueta pacatezza. Perché se hai paura la persona che hai di fronte lo sente, avverte il terrore nello sguardo, nelle mani, si spaventa, non trova la forza di reagire”.